31 marzo 2007

Mi ricordo le figurine Panini

Quell'odore di colla che si sprigionava quando aprivamo il pacchetto di "figiu" o "figu" o come le si volevano chiamare, negli anni '70... quella è la cosa che per noi significherà sempre "Album di figurine". I miei genitori erano contrari alle figurine dei calciatori (come dargli torto, peraltro, col senno di poi ma anche di allora!) e quindi per me le prime raccolte furono "Tutta Italia" e subito dopo "Tutta Europa": una specie di raccolta fotografica dei posti italiani ed europei, con notizie storiografiche, geografiche, curiosità (a dire il vero, queste non erano della Panini). E poi quella sugli Animali Preistorici. E poi, una sui cani e i gatti. E, finalmente, il calcio fu per me "sdoganato" con Euro Football '76 (dovrei ancora avercela da qualche parte, ma credo di ricordare il nome correttamente): una raccolta degli scudetti/stemmi di tutte le squadre europee. Già, il Toro era in coppa dei campioni qull'anno, come potrei dimenticarmelo. E così l'anno dopo potei raccogliere anche le figurine dei calciatori italiani, la raccolta "Panini" per eccellenza. Le "figu" ti servivano anche per non essere isolato a scuola, perché durante l'intervallo si giocava a scambiarsele e si facevano anche delle vere e proprie sfide ai limiti dell'azzardo! Il pacchetto da 4 figurine costava 25 lire, quello da 8 50.... e poi, in teoria esisteva ache un pacchetto da 100 lire, che però io non trovai mai... Ma in realtà il calcio non mi aveva mai appassionato molto, e così, poco dopo i Mondiali di Argentina '78, io iniziai ad allontanarmi dalle figurine. Anche perché, in fondo, ero diventata grande. Chissà se qualcuno prenderà il posto del signor Panini, nell'era di internet. Mi Ricordo di Ioelasalle.

17 febbraio 2007

Mi ricordo La Nonna del Corsaro

Mi ricordo della *Nonna del Corsaro Nero*, agli inizi degli anni '60: un bellissimo musical per ragazzi. C'erano Anna Campori che faceva Giovanna, la Nonna; Giulio Marchetti che faceva il maggiordomo salace e Pietro De vico il Nicolino balbuziente. Il più bel programma per ragazzi che io abbia mai visto. Avventure divertenti, balli e parodie di canzoni. Adesso, di Giovanna la Nonna del Corsaro Nero mi è rimasto soltanto il libro di Vittorio Metz, il grande umorista (che aveva ispirato la storia e la sceneggiava). La RAI, per problemi di archivio (?), bruciò tutte le pizze del musical. Per fortuna che mi ricordo. Mi ricordo di Mariastrofa

07 gennaio 2007

Mi ricordo Bernacca e la Vaudetti

E allora eccoli! La bellissima coppia. Lei dolce e sorridente mi accompagnava a letto tutte le sere. Eh si! All'epoca si andava a letto dopo Carosello, almeno io. Ma io aspettavo che leggesse i programmi prima e dopo Carosello. Qualche anno dopo, quando da bianco e nero divenne a colori, mise gli occhiali e li toglieva con estrema grazia. era una donna, non so perché uso il passato, arguta ed intelligente, con un grande senso dell'umorismo o almeno questo è ciò che mi è restato di lei. Lui era un colonnello, IL COLONNELLO. Il Colonnello Bernacca. E le sue previsioni del tempo erano bellissime. Aspettavo quelle previsioni del tempo come si aspetta qualcuno che ci racconterà una favola meravigliosa. Parlava con voce calda e tranquilla di anticicloni e millibar e li mostrava sulla sua cartina con una bacchetta o con la mano. Non disegnava nuvolette o tratti di pioggia, ma tu capivi che tempo avrebbe fatto l'indomani, se la temperatura sarebbe salita o se avresti dovuto prendere impermiabile, galoche e ombrello. Credo che quelle frecce bianche e nere, quegli anticicloni, quelle depressioni le disegnasse lui a mano sulla carta prima di andare in trasmissione. Io lo ricordo con estrema dolcezza. Mi ricordo di Spalluzza

18 dicembre 2006

Mi ricordo la linea

Carosello non era la pubblicità. Era il mio appuntamento serale con Caballero e Carmencita, con Calimero, con Titti e Silvestro, coi bambini che saltavano sul materasso e cantavano bidibodibù; ma soprattutto, con quel personaggio fantastico che parlava un linguaggio incomprensibile e che prendeva forma dalla stessa linea sulla quale camminava senza sosta. Era lui, Linea. Io lo chiamavo l’omino magico. Era chiacchierone, capriccioso, se la prendeva con tutti. Aveva una una risata fragorosa e contagiosa, e una vocina stridula con cui comunicava anche col suo disegnatore del quale si vedeva la mano che interveniva per completare o solo per disturbare le avventure di Linea. Lungo il cammino (nell’incessante ricerca delle pentole Lagostina, aggiungo col senno di poi), gliene succedevano di tutti i colori: gli cadevano addosso degli oggetti, trovava strumenti musicali, pistole, aerei. E quella mano era sempre lì, pronta a ridisegnare ciò che un incidente aveva portato via (il naso o un piede) o a disegnare ciò che Linea richiedeva. Non capivo cosa cercasse, allora, ma ero affascinata dal suo linguaggio, dalle sue arrabbiature, dal suo modo di comunicare con quel signore che, beato lui, riusciva a capire le parole che l’omino magico gli bisbigliava nell’orecchio. Una volta, appena finito il Carosello, mia madre mi disse che se fossi andata subito a letto mi avrebbe fatto vedere una cosa “segreta”. Allora spense la televisione e mi fece guardare quel puntino luminoso rimasto al centro dello schermo scuro. Mi disse che era l’omino magico e che si stava addormentando anche lui. Piano piano, quel puntino diventava sempre più piccolo perché anche lui stava chiudendo gli occhi… e dovevamo fare piano… e andare a dormire… altrimenti lo avremmo svegliato… Io protestai agitando le braccia proprio come l’omino magico, dicendo che ero grande e che non le credevo. E andai a letto, borbottando. Durante la notte mi alzai. Andai in soggiorno in punta di piedi, attenta a non svegliare nessuno. E diedi la buonanotte alla televisone. Mi ricordo di Pannonica

26 novembre 2006

Mi ricordo Alto Gradimento

Mi ricordo di AltoGradimento, bellissima e povera trasmissione radiofonica.Caldissime giornate di agosto, fila irrimediabile per tornare dal mare a casa. Blocco definitivo all'altezza dell'Aereonautica Militare e lì l'esplosione Pa Pa Chiappala Chiappala di Scarpantibus e delle disavventure del prof. Aristogitone e le avventure galattiche di Raimundo Navarro spedito nello spazio e lì dimenticato. E poi la musica. Era l'unico posto dove passavano gruppi più o meno impossibili: Gli Squallor con Era il 38 luglio e un gruppo di cui mi piacerebbe sapere i Pandemonium...... Mi Ricordo di Spalluzza

17 novembre 2006

Mi ricordo Sandokan

Mi ricordo che quando in tv incominciarono a trasmettere il Sandokan di Sollima persi ogni controllo. Avevo letto e riletto i libri di Sandokan, avevo viaggiato su quelle pagine in modo così “virulento” che l’idea di vedere una trasposizione televisiva di quella storia mi sconvolgeva. E incominciai a seguire la serie puntata dopo puntata in uno stato di esaltazione che non avevo mai provato prima. Era una continua sollecitazione: la Tigre della Malesia, i sampan, Yanez, il cattivo Brook, i parang e i kriss malesi, le tigri, i praho pieni di soldati, Mompracem, la Perla di Labuan, la foresta, Giro Batol che prima di morire si porta via una squadra di soldati di Brook, il grasso e grosso Sambigliong. Era un’esperienza fortissima.

05 novembre 2006

Mi ricordo i mangiadischi della Lesa

Azzurro e bianco. Con la rotella nera per regolare il volume ed una levetta rossa che serviva per spostare la velocità da 45 a 33 giri. Forse si chiamava addirittura Lady o qualcosa di simile. Mangiava instancabilmente dischi. Prima quelli delle Fiabe Fabbri Editori, che si chiudevano immancabilmente con la canzone "....il disco fa click e vederete tra un po' si fermerà....fermerà...." e poi quelli di musica VERA! I 45 giri degli anni 70. Il disco veniva spinto leggermente e .... spariva al suo interno. Mangiato. E ti chiedevi ed ora? Ora partiva la storia affascinante. Prima su un lato e poi..... Spingi il tasto nero e gira per sapere come va finire. Spingi il tasto nero e puoi sentirne un'altra. La levetta rossa permetteva di creare magici effetti, le voci dolci che raccontavano le fiabe sui 45 giri, diventavano degli strani vocioni a 33. Potevo sentire dei vecchi dischi di mia madre e di mio padre che ancora conservo: Aurelio Fierro e tanti altri di cui non ricordo più il nome. Potevi portarlo ovunque, grazie alla sua maniglia che serviva anche da appoggio e grazie alle grandissime pile le "torce" enormi, rotonde, pesanti. Ma si useranno ancora? Il mio mangiadischi Lesa ancora funziona!!!! Mi ricordo di Spalluzza