11 settembre 2006

Mi ricordo del rapimento di Aldo Moro

Mi ricordo il rapimento di Aldo Moro. Nel mese di marzo del 1978. Mi ricordo che ero a scuola, media, e quando uscimmo in strada trovammo una scena inconsueta. Fuori c’erano molti genitori ad aspettare i propri figli. C’erano soprattutto madri. Ricordo bene che rimanemmo stupiti di vederle davanti a noi. Erano preoccupate. I mie genitori non c’erano, ma la madre di un compagno di classe ci speigò che avevano rapito l’onorevole Aldo Moro. Io me ne tornai come di consueto a casa a piedi, ma ero preoccupato, m ain senso vago, fumoso. Era la prima volta che una preoccupazione “esterna”, distante, proveniente da un altro mondo richiedeva la propria attenzione. Veniva a bussare al portone della scuola. Mi ricordo che il rapimento di Moro mi impressionò a partire da questo evento inconsueto: l’allarme nel cerchio della vita quotidiana per qualcosa che accadeva lontano, a una distanza apparentemente enorme per noi ragazzini. Poi le immagini alla tv dell’auto in cui era stato portato via Moro, e le altre nei giorni successivi mi impressionarono, mi confermarono una volta per tutte che il “fuori” era più grande, molto più grande del mio quartiere e anche della mia città. Si poteva rapire le persone, le si poteva tenere chiuse in un buco e poi ammazzarle. Era davvero una cosa grossa. Lo avevo capito subito, osservando gli sguardi delle mamme fuori alla scuola.

13 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ai tempi del rapimento di Moro ero anch’io alla scuola media.
E mi ricordo che il giorno dopo che lo ammazzarono io e un gruppetto di compagni volevamo approfittarne per restare fuori dai portoni della scuola, come i nostri fratelli che frequentavano già le superiori. Ma la prof di italiano ci venne a prendere uno a uno e ci portò in classe. In un silenzio inconsueto e artificiale, cominciò a parlare cercando di dare un senso all’evento. Era una donna completamente dedita all’insegnamento e si sforzava di spiegare l’inspiegabile a ragazzini più o meno viziati di 12, 13 anni. Io le volevo molto bene. Ed anche lei a me.
Mi ricordo che quel giorno piansi, ma di vergogna, non di commozione. Il mio compagno di banco, dissacratorio e ribelle, disegnò Moro nudo su un foglietto sgualcito. Accanto a lui si vedeva la nostra prof che diceva non so più cosa (e darei non so che per saperlo). Quando vidi quel disegno e lessi la nuvola del fumetto non potetti fare a meno di scoppiare a ridere.
La prof si voltò dal mio lato con gli occhi sgranati: “Gaetaaaano, da te non mi sarei MAI aspettato tanta insensibilità!”.
Arrossii, mi mortificai, chiesi di andare in bagno. E in bagno piansi a dirotto.

8:04 PM  
Blogger melpunk said...

yzma
si si ricordo bene

aitan
bello il tuo ricordo grazie per il contributo
mel

8:44 PM  
Anonymous Anonimo said...

grazie a te per avermelo fatto scatenare

11:18 PM  
Anonymous Anonimo said...

Entrò la bidella, Mara. Hanno rapito Moro! Noi ci guardammo increduli e ci sentimmo da una parte o dall'altra di qualche cosa che non avevamo ben definito. Stavo in terza liceo, classico, quindi all'ultimo anno. Continuammo a fare lezione.
Anni dopo scoprii che i rapitori erano passati vicinissmo casa mia. Uno ha raccontato di aver aspettato l'autobus davanti ad una libreria. La libreria dove io compravo i libri. Di aver fatto a piedi una certa scalinata. Quella che io facevo per andare a prendere mia sorella a scuola. QUesto mi rende inquieto, so che non ha assolutamente senso, sono dettagli senza significato, ma forse proprio per questo mi rendono inquieto. La storia è per così dire transitata vicino ai miei percorsi quotidiani, ma questo non vuole dire proprio niente. Io, poi, ero a scuola. Non avrei comunque potuto intercettare lo sguardo di quel terrorista. Non avrei potuto comunque seguire con gli occhi quell'ambulanza passata sotto casa mia e capire che c'era qualcosa che non andava e chiamare la polizia. Rendermi utile. Moro, poi, era quello del "non ci faremo processare in piazza". Vivevamo la gravità della cosa ma non ci stavamo proprio dentro. Quando poi il Papa disse "uomini delle brigate rosse" un amico disse qualcosa come "patetico". Ora è un pezzo grosso della DIGOS.
ezio

7:20 PM  
Blogger melpunk said...

ezio
grazie anche a te per il contributo
apprezzato
mel

8:29 PM  
Anonymous Anonimo said...

anche io ricordo un'aria strana, una sorta di sospensione del tempo. in qualche modo la nostra maniera di vivere cambiò. quando si usciva il sabato sera eravamo spesso fermati per controlli. eravamo in tre due ragazzi ed una ragazza in una fiat sport coupè blu, e forse questo ci rendeva sospetti. io era seduta sempre dietro perché uno dei due guidava e l'altro era altissimo e nel sedile di dietro dell'auto non sarebbe mai entrato. ci fermavano anche due o tre volte per sera e ci perquisivano ragazzi che avevano la nostra età e che erano spaventati quanto noi da quello che accadeva. eravamo consapevoli che qualsiasi movimento ritenuto sospetto avrebbe potuto scatenare una reazione pericolosa. una sera pioveva e ci fermarono. ci chiesero come al solito di scendere dall'auto. il mio amico alto era letteralmente incastrato tra il sedile, il cruscotto e il tettuccio con un ombrello tra le gambe e con la fretta che gli mettevano non riusciva a scendere. furono attimi terribili di gran paura. poi tutto, così come era montato, rapidamente si risolse e tutti, anche i ragazzi del posto di bocco, divennero più distesi. alla fine scambiammo anche qualche battuta.
spalluzza

3:15 PM  
Blogger melpunk said...

grazie spalluzza, poi mi sermbra di rivedere napoli nella tua descrizione, ci sono ritornato di colpo!

9:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ricordo un evento unico nella mia vita lavorativa durata ben 38 anni.
Quando si seppe del ritrovamento del corpo di Moro ci riunimmo in assemblea e il nostro direttore fece un discorsetto e fu la prima ed ultima volta che fummo tutti insieme operai impiegati e dirigenti.

4:18 PM  
Blogger melpunk said...

ci voleva un rapimento

12:46 AM  
Anonymous Anonimo said...

False Flag affaire.....?

1:22 PM  
Anonymous Anonimo said...

Precedente latino : Asesinato del Presidente del Gobierno Español, Almirante Don Luis Carrero Blanco, el 20-12-1973

7:04 PM  
Anonymous Anonimo said...

Frequento l'Università, fuorisede. Sto ascoltando la radio, una voce annuncia che pare sia stato rapito a Roma Aldo Moro. Credo a uno scherzo- a quei tempi usciva Il Male, una rivista che spesso dava notizie false. Mi telefona la mutter, in ansia per la sua piccolina, fuori casa in una situazione da colpo di stato. Dice torna a casa lassie. Lassie non torna. La gente comincia a scendere in piazza, cortei spontanei, si fermano gli autobus.Non esco, non voglio unirmi al coro, voglio capire cosa sta succedendo. La mutter è in crisi, forse sta pregando insieme a Paolo(VI).

4:24 PM  
Blogger melpunk said...

anonima
e mi ricordo anche Il male

9:14 PM  

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